La maratona di New York di Nicola De Palo

Pubblicata mercoledì 14 novembre 2018

Nicola De Palo condivide con noi la sua esperienza alla maratona di New York. Perchè una diagnosi non deve essere la fine dei nostri sogni.

La maratona  di New York di Nicola De Palo
La maratona di New York di Nicola De Palo

Amici,

sono qui a raccontare brevemente il mio sogno diventato realtà... correre la Maratona di New York.

Il giorno prima della gara è già un tripudio di gente da ogni parte del mondo, si respira ovunque l’eccitazione per il grande evento che sarà domenica 4 novembre 2018. 

La sveglia alle 4 del mattino e poi, in una Manatthan ancora addormentata, mi dirigo all’imbarco del ferry, direzione Staten Island, dove sarà la partenza della gara, esattamente dal ponte di Verrazzano.

Inno americano, colpo di cannone e via, si parte sulle note di "New York, New York" e con uno splendido sole a fare da cornice.

La gara tocca i 5 distretti di New York: in sequenza Staten Island, Brooklyn, Queens, Bronx e Manhattan.

Pensare di essere qui mi fa venire i brividi... i mesi di preparazione, la canottiera con il simbolo di Bianco Airone sul mio petto e tutti quelli che mi hanno sostenuto in questo sogno e lo stanno facendo tifando da casa.

 

Qui lo spettacolo vero è il pubblico; batto il cinque a tutti quelli che posso, sorrido alla gente che mi offre arance, Coca Cola, caramelle, cioccolatini, fazzoletti, birra e biscotti... e la parte dell’arrivo la conosco bene in quanto vista ogni anno in TV tra sventolio di bandiere e pubblico che urla il tuo nome.

 

 

Passo il traguardo a braccia alzate... è finita, ce l’ho fatta!!!

Mi mettono la medaglia al collo con un “Congratulations, you’ve got it” e lì una lacrimuccia scivola via.

Rientrando in hotel la gente mi guarda come un supereroe, come se avessi fatto qualcosa di impossibile; non è così, ho solo continuato a sognare dal mese di agosto del 2013, senza abbattermi mai e con il supporto della mia famiglia e delle Dottoresse Elisabetta e Margherita, che non mi hanno mai impedito di riprendere la mia vita nonostante fossi un paziente.

 

Spero che questa mia esperienza possa essere di stimolo a chi sta iniziando ora il percorso delle cure: non è il momento di abbattersi ma di provare ad alzare l’asticella!

Ci vediamo il 23 novembre alla cena per festeggiare!

Con affetto

Nicola

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